venerdì 11 gennaio 2008

Do I dare?

I cerchi nell'acqua si dissolvono ad una velocità impressionante, intorno al fuoco rimangono tracce di un passato troppe volte ricercato come salvagente, ma del quale è difficile trovare un significato reale.

Osservo le mie mani, screpolate, non hanno una parvenza delicata, ma offrono tepore, conforto, amore. I miei occhi sono accesi come un tempo, carichi di quella dolcezza e di quella malinconia imparate dalla vita. Il mio corpo a volte tende a sfuggire al mio controllo, uno sgraziato orso spelacchiato si presenta al mondo, con un timido sorriso, le guance accese dal pudore, dalla sbagliata paura di essere meno degli altri, di non essere all'altezza dei miei pensieri e dei miei sogni.

Poi accadono momenti in cui mi sento totalmente in pace con me stesso e contemporaneamente con il mondo, in quei momenti è difficile rallentare la mia marcia, ma sono istanti troppo brevi e troppo distanti uno dall'altro per avere una parvenza di continuità.

A volte mi domando: perchè a me non sono concesse le felicità che gli altri vivono normalmente? Perchè deve sempre essere una lotta estrema con i miei demoni a portarmi all'illusione di una breve felicità?

Per voi è facile, io molto spesso perdo, fanalino di coda in una vita a metà.

2 commenti:

Hatsu Sakura ha detto...

Ti rispondo con una storia che ho letto tempo fa, non ricordo dove:

[...]
Quand'ero piccolo mi picevano i circhi, e quello che più mi piaceva dei circhi erano gli animali. Attirava la mia attenzione specialmentel'elefante che, come seppi più tardi, era l'animale preferito anche dagli altri bambini. Durante lo spettacolo, l'enorme bestia faceva mostra di un peso, una stazza e una forza fuori dal comune...
Però dopo il suo spettacolo e fino a poco prima di ritornare in scena, l'elefante sempre rimaneva legato a un piccolo palo inchiodato al suolo con una catena che imprigionava una delle sue zampe.
Tuttavia, il palo era solo un minuscolo pezzo di legno appena interrato alcuni centimetri nel suolo. E, anche se la catena era grossa e poderosa, mi sembrava ovvio que un animale capace di sradicare un albero con la sua forza, poteva liberarsi con facilità dal palo e fuggire.
Il mistero continuava a sembrarmi evidente.
Cosa lo costringe allora?
Perchè non fugge?
Quando avevo cinque anni, ancora confidavo nella sapieza degli adulti. Domandai allora ad un maestro, a mio padre e ad altri signori del mistero dell'elefante.
Alcuni di loro mi spiegarono che l'elefante non scappava perchè era ammaestrato.
Feci allora un'altra domanda ovvia: se è ammaestrato perchè lo incatenano?
Non ricordo di aver ricevuto nessuna risposta coerente.
Con il tempo dimenticai il mistero dell'elefante e del palo, ricordandomene solo quando incontravo altre persone che come me si erano fatte la stessa domanda alcune volte.
Qualche anno fa, scoprii che per fortuna mia, qualcuno era stato sufficentemente saggio da trovare la risposta:

L'ELEFANTE DEL CIRCO NON SCAPPA PERCHE' E' STATO LEGATO AD UN PALO SIMILE DA QUANDO ERA MOLTO MOLTO PICCOLO.

Chiusi gli occhi e mi immaginai l'indifeso appena nato legato al palo. Sono sicuro che in quel momento, l'elefante spinse, tirò e sudò cercando di liberarsi. E nonostante i suoi sforzi, non ci riuscì, perchè quel palo era troppo duro per lui.
Immaginai che dormiva sfinito e che il giorno dopo tornava a ritentare, e il giorno dopo e l'altro ancora..... Fino a che, un giorno, un giorno terribile per la sua storia, l'animale accettò la sua impotenza e si rassegnò al suo destino.

Questo elefante enorme e poderoso che vediamo al circo non scappa perchè, poverino, crede di non riusicrci. Ha impresso il ricordo dell'impotenza che sentì poco dopo la sua nascita.
E la cosa peggiore è che mai più e tornato a mettere in dubbio seriamente questo ricordo.

Mai più, Mai più ha tentato di mettere alla prova la sua forza...
[...]

Unknown ha detto...

Che dirti...siamo più simili di quanto pensiamo. Niente ci viene facilmente, niente succede per caso e anche quando lottiamo con le unghie e con i denti a volte si arriva così stanchi alla meta che prima di apprezzare il tutto bisogna riprendere fiato. Perchè succede questo? Sto ancora cercando una risposta. Forse perchè nel mio caso sono troppo riflessiva, troppo riservata in tante cose, troppo non so ... è così, credo sia parte della mia natura.Fin ora non sono riuscita a cambiarla. E' già stato duro imparare ad accettare.